Schiscetta tu vuò fa’ l’americano
Spaghetti con le meatballs – Pure comfort Food
Appagante e genuino, calorico e gustoso, come una coccola davanti al caminetto dopo una giornata invernale...
Non è semplicemente una ricetta, un piatto, cibo. Il comfort food è molto altro.
La madeleine rappresenta forse il più noto esempio di comfort food della letteratura ed è un riferimento che faccio spesso quando parlo di questo tema. A Proust bastò intingere un biscotto al burro nel tè per farsi tornare alla mente piacevoli ricordi d’infanzia, ognuno ha il suo piatto consolatorio di riferimento, anche se forse fino ad oggi non tutti conoscevano il nome con cui gli “esperti” definiscono il particolare connubio tra cibo ed emozioni.
Ora lo conoscete anche voi e molto probabilmente non c’era bisogno del sottoscritto
A me, per esempio, basta inforcare la forchetta tra le “maglie” di questi spaghetti, per andare indietro nei miei ricordi fino alla mia permanenza a New York, precisamente nel Queens, uno dei quartieri più diversificati della grande mela, dove il tasso di immigrati è del 47% su una popolazione di 2,2 milioni di persone.
Perché parlo di immigrazione americana sciorinando numeriche?
Non voglio certo ammorbarvi, ma la ricetta che sto per darvi ha una forte matrice italo-americana e quindi connessa con i nostri antenati che sbarcarono ad Ellis Island in cerca di una nuova vita in quello che, fino a qualche tempo fa, era conosciuto come “nuovo mondo”.
Una delle cose che ho notato a New York è che la nostra cucina è la più “Craccata” del pianeta. Non mi riferisco al noto Chef Conduttore di Masterchef (so che avete subito pensato a lui), in realtà con il termine craccare mi riferisco al fatto che all'estero amano copiare, alcune volte male, le nostre ricette e tradizioni culinarie.
Vedi, ad esempio, pizze con frutta esotica, abbinamenti improbabili con la oramai mitologica “bolognaise sauce”, venduta in scatola e spiattellata con grandi “cazzuolate” nei piatti di spaghetti e/o tagliolini vari nei ristoranti di Little Italy.
Ma torniamo agli immigrati italiani.
All’epoca erano persone povere, che spendevano la quasi totalità del proprio reddito per nutrirsi, poco e male. Grazie ad un po’di fortuna, al lavoro e la ricchezza di possibilità del tempo, la loro qualità di vita e disponibilità economica migliorò e la carne entrò nel quotidiano.
Gli spaghetti erano uno degli alimenti, insieme al pomodoro in scatola, alla portata di tutte le tasche ed il classicissimo piatto di spaghetti al pomodoro, si arricchì con la più economica delle ricette di recupero: le polpette.
Questo piatto, che in Italia è praticamente sconosciuto, in America è rappresenta ufficialmente la nostra tradizione culinaria.
Ingredienti per 2 Schiscette:
180g di Spaghetti (io preferisco N°5)
1 bottiglia di Passata di Pomodoro da 500 g
3 cucchiai di Olio
1 Cipolla bionda tritata finemente
1 punta di cucchiaino di Peperoncino secco tritato
1 foglia di Alloro
Sale e Pepe
150g di carne trita di manzo
150 g di carne trita di maiale (io ho usato anche una salsiccia)
2 Uova
1 cucchiaio di Prezzemolo fresco tritato
2 cucchiaio di Parmigiano grattugiato
3 cucchiai di Pane grattugiato (regolatevi in base alla consistenza)
1 spicchio d’Aglio tritato
Pepe nero e Sale
Farina 00 qb
Olio EVO qb
Iniziate con le polpette. In una planetaria abbastanza grande mettete la carne trita (di manzo e maiale), le uova, il parmigiano, sale, pepe e aglio e cominciate a mescolare schiacciando bene l’impasto con le mani.
Aggiungete gradualmente il pangrattato finché non comincerà a compattarsi e le uova non saranno assorbite. Bagnatevi le mani e ricavate delle polpettine grandi come una pallina da golf, rotolatele nella farina e posatele su un piatto o un tagliere.
Scaldate 2 cucchiai di olio in una padella e rosolate a fuoco basso la cipolla per 5 minuti, se necessario aggiungete un cucchiaio di acqua. Unite il peperoncino (aumentate o diminuite le dosi a vostro gusto personale), la foglia di alloro e la passata di pomodoro.
Lasciate sobbollire a fuoco moderato.
Scaldate in un'altra padella 2 cucchiai di olio e fate dorare le polpette su tutti i lati. Una volta dorate, trasferitele nel sugo e cuocetele coperte a fuoco basso per 30 minuti. Aggiungendo dell’acqua calda se la salsa risulterà troppo densa.
Mettete sul fuoco una pentola e cuocete la pasta in abbondante acqua salata. Al momento di servire, trasferite le polpette in un piatto e condite la pasta con il sugo.
Impiattate nelle vostre schiscette (o nel piatto!) con le polpette disposte sopra la pasta e una foglia di basilico.
Ricordate la scena romantica di Lilly e il Vagabondo?
E qui, nella versione “mafia mandolino” ma sempre storica nel cinema:
Sottofondo? Nemmeno a dirlo, Renato Carosone: